giovedì 31 marzo 2016

LA DONNA DI BETANIA

Invocare
O Signore, crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella Creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e nei sofferenti. La tua parola ci orienti affinché anche noi possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo lo chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre ed inviato il tuo Spirito. Amen.

Leggere (Mc 14,3-9)
3 Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4 Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? 5 Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
6 Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. 7 I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. 8 Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9 In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».


Questo episodio lo troviamo sia in Matteo che in Marco. Luca invece non ne parla.
Siamo all'inizio del racconto della Passione e sicuramente, l'evangelista, proprio all'inizio della Passione avrà avuto i suoi motivi per riportarci questo episodio.
I versetti che non abbiamo citato riprendono la preparazione pasquale e in particolare la cospirazione contro Gesù dopo la festa della Pasqua.
Qualcosa però va secondo la volontà di Dio e non secondo le volontà umane: Gesù sceglie di essere consegnato e di morire proprio durante la festa di pasqua.
Ma veniamo al racconto.
Betania è un paesino della Palestina abbastanza vicino a Gerusalemme (circa 3Km). Non siamo nella casa degli amici di Gesù: Marta, Maria e Lazzaro, ma nella casa di un lebbroso di nome Simone. Un'altro Simone lo riscontriamo in Mc 7,36ss. Forse tra i due non troviamo solo un caso di omonimia ma una identità spirituale uguale. Il peccato sia dell'uno che dell'altro rendono queste persone non amate e di conseguenze non amano.
Il Signore della vita entra in questa casa per profumarla del suo amore partecipando con tranquillità alla nostra mensa, condividendo tutto.
Qui entra in scena una donna. Chi è?
Luca racconta di una donna peccatrice che piange ai piedi di Gesù. Giovanni narra di Maria di Betania che cosparge i piedi di olio. Matteo e Marco parlano di una donna, di cui non dicono il nome, ma viene descritta con un vaso di alabastro pieno di profumo di puro nardo, di grande valore, lo ruppe, e cosparge il capo di Gesù.
Il primo gesto che fa questa donna è quello di rompere il vaso, perché? Anzitutto non è un semplice vaso, ma è di alabastro, un materiale prezioso, come lo è il corpo di Gesù, "in cui abita la pienezza della divinità" (Col 2,9). Inoltre, non pensiamo ai nostri giorni, perché quel tipo di vasetto aveva un collo stretto e lungo e sigillato in maniera tale, per non perdere consistenza e valore, per farne uso bisognava proprio romperlo ed usarlo in breve tempo.
Rompere il vasetto diventava allora un momento drammatico, sopratutto per gli astanti perché per la donna no. Ella sa che solo rompendo esce l'amore. Ella sa, che è necessario lo spreco perché ci sia amore.
A noi, oggi, ci verrebbe l'incubo sopratutto se gettassimo sui capelli dell'unguento, mentre per gli antichi i capelli unti erano segno di bellezza.
In questo segno possiamo cogliere ciò che dice il Salmista:  Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario (Sal 27,4). Ma possiamo cogliere ciò che accadrà dopo: Ecco, le nostre cose sante, la nostra bellezza, la nostra gloria sono state devastate, le hanno profanate le nazioni (1Mac 2,12). Ora, in questo ungere, c'è il richiamo verso i defunti, che venivano cosparsi di olio profumato.
In questa donna vi è quella vocazione che possiamo chiamare "follia dell'amore". Una follia che non tutti possono capire, non tutti sono capaci di accogliere e vivere.
Infatti, ci furono alcuni che si indignarono, si irritarono. Marco non dice chi sono. Tra questi alcuni c'è l'anima di ciascuno di noi, che si sente indisposto e a disagio davanti a tanto amore.
Ricordiamo che l'amore della donna nasce davanti al quadro della passione e morte di Gesù, davanti alla Croce. Ma non tutti siamo in grado di far nascere la propria vocazione davanti alla Croce di Gesù. Solo chi capisce riesce ad entrare nella logica del Regno.
Quante discussioni si alzano per poter far prevalere la ragione umana: l'amore, però, non conosce ragione umana, non conosce calcolo.
Questa donna di Betania, col suo gesto del dono di se, è simile alla vedova che getta ciò che le rimane nel tesoro del tempio. Col suo gesto, infatti, dà inizio al mondo nuovo (cfr. Mc 12,44).
Noi possiamo fremere, possiamo arrabbiarci se durante il corso della vita troveremo questo stile di vita della donna di Betania in qualcuno che conosciamo. Purtroppo non incontreremo solo lo stile di vita, ma anche Gesù che prenderà le difese cercando di far cambiare idea, anziché cambiare noi interiormente
In quest'icona troviamo il riverbero della bellezza di Dio, di quando creò il mondo e l'uomo a sua immagine, dove in Cristo Gesù vi è il completamento. Da parte della donna la sua risposta d'amore verso di lui, che in croce, compie l'opera bella per eccellenza.
Sì, infatti qui abbiamo la chiave di lettura della Passione di Gesù. Gesù è visto come lo spreco. Come il vasetto di alabastro è rotto, così Gesù è quel pane spezzato, Corpo crocifisso.
 e morto. ma persisterà il profumo della donna: dove c'è amore che da tutto, c'è sempre la vittoria sulla morte.
Questa donna di Betania è ricordata nei secoli, perché è figura del vangelo!. Dovunque sarà annunciato e portato il profumo di Cristo (la Parola di Dio), si ricorderà di lei e di quello che ha fatto, si ricorderà questo Amore che dona la vita, come lo sposo e la sposa che formano una sola carne.
Questa donna è il vangelo vivo che arriva sino ai confini del mondo (cfr. Sal 19,5) e che può dire insieme a san Paolo: "Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è mai all'altezza di questi compiti? Noi non siamo infatti come quei molti che fanno mercato della parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo" (2Cor 2,14-7,4).

Interrogarsi
La Parola di Dio nasconde una bellezza interiore che va scoperta e vissuta. Ritrovarmi nella casa di Simone il lebbroso, insieme a Gesù non può che interrogare la mia vita. 
Quale tipo di lebbra intacca il mio cuore? Quale spreco dell'amore nella mia quotidianità?
Che tipo di profumo voglio essere nella vita?

Pregare
Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
perciò Dio ti ha benedetto per sempre.

La tua destra ti mostri prodigi.
Le tue frecce sono acute -
sotto di te cadono i popoli -,
colpiscono al cuore i nemici del re.

Il tuo trono, o Dio, dura per sempre;
scettro di rettitudine è il tuo scettro regale.
Ami la giustizia e la malvagità detesti:
Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.

Di mirra, àloe e cassia
profumano tutte le tue vesti;
da palazzi d'avorio ti rallegri
il suono di strumenti a corda.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Gli abitanti di Tiro portano doni,
i più ricchi del popolo cercano il tuo favore.
Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d'oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate;
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. (Sal 45).

Agire
Riscoprire il grande valore della gratuità per non essere schiavi di “ciò che serve”. Ascoltare di più le ragioni del nostro cuore per delle scelte per il Regno, scelte che sembrano più “insensate”, perché più gratuite, "sprecate" per diffondersi “a macchia d’olio”.