mercoledì 20 novembre 2019

ELISABETTA (madre di Giovanni Battista)

Invocare
Vieni, vieni, o Santo Spirito! Venga l'unione del Padre, il compiacimento del Verbo, la gloria degli angeli! Tu sei, o Spirito di verità, premio dei santi, refrigerio delle anime, luce delle tenebre, ricchezza dei poveri, tesoro di quelli che amano, sazietà degli affamati, consolazione dei pellegrini; tu sei colui nel quale è contenuto ogni tesoro! (Santa Maria Maddalena de' Pazzi).

In ascolto della Parola (Leggere) (Lc 1,5-7)

[5]Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. [6]Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. [7]Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Per introdurci
C'era una famosa profezia di Mosè: "Il Signore, vostro Dio, farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro popolo. A lui darete ascolto" (Dt 18,15). Questa è una profezia grandiosa che prometteva un nuovo Mosè, un capo carismatico per Israele, un nuovo liberatore del popolo che lo avrebbe guidato, in un secondo Esodo, verso la libertà da tutti i nemici. In una parola sarebbe stato un vero messia, mandato da Dio. Ed il desiderio di ogni donna ebrea era quello di essere la prescelta per dare la luce proprio a questo 'nuovo Mosè', sospirato, invocato e atteso nei secoli. 
Tutto questo anche al tempo di Elisabetta e Zaccaria: anche allora si invocava un nuovo e vero liberatore del popolo dai nemici oppressori che in quegli anni erano i Romani pagani.
Angoscia, interrogativi, speranza per il figlio che non arrivava e che ebbe non solo Elisabetta.
Il nostro brano ci permette di meditare su alcuni versetti, proprio per capire che nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37).

Riflettere sulla Parola (Meditare)
La Parola dice che nella nostra vita ci sta un tempo per ogni cosa (cfr. Qo 3,1-11): per tutte le cose c'è un tempo fissato da Dio in cui la Sua parola agisce. Nella nostra storia di tutti i giorni agisce in tanti modi, sia nel bene che nel male.
Anche in queste poche righe di Vangelo per la vita di una donna, Elisabetta, abbiamo un tempo particolare.
Chi è Elisabetta? Ella fa parte della discendenza di Aronne, quindi della classe sacerdotale ed era moglie di Zaccaria, sacerdote della "classe di Abia". Con lui era sposato da tanti anni ed ha vissuto la sua vita matrimoniale in piena angoscia per un bambino che avrebbe desiderato ma non poteva averne. 
Elisabetta (nome che significa "Dio è perfezione") è una santa importante anche perché quando recitiamo l'Ave Maria, usiamo alcune delle sue parole dette alla giovane Maria: "Tu sei benedetta fra tutte le donne, e benedetto il frutto del seno tuo" (Lc 1,41).
Nella storia della salvezza abbiamo anche altre illustri e importanti figure di donne che avevano sofferto per lo stesso motivo. Addirittura pensavano di essere state punite e dimenticate da Dio. Ricordiamo Abramo e Sara (Gn 21,1); Isacco e Rebecca (Gn 24,67); Giacobbe e Rachele (Gn 29,30). Anche nella vita di Anna e Elkana, che saranno poi i genitori del profeta Samuele (cfr. 1Sam 1,5) leggiamo la stessa cosa. 

Nonostante tutto questo Elisabetta era irreprensibile agli occhi del Signore, insieme a suo marito Zaccaria viveva alla sua presenza: "vivevano rettamente di fronte a Dio, e nessuno poteva dir niente contro di loro perché ubbidivano ai comandamenti e alle leggi del Signore", si affidavano alla volontà di Dio, e chiedendo la grazia con la preghiera continua e le lacrime davanti al Signore (cfr. 1Sam 2, 1-10). 
Gli anni passavano, il sogno non si avverava, la speranza c'era ma si riduceva ogni anno di più, perché la natura ha le sue leggi. E lo sapevano bene anche loro. Quanta angoscia per un figlio che non arrivava.


Elisabetta era sterile e avanti negli anni. Era stata dimenticata da Dio? Ma com'è possibile? Indegni di avere un figlio perché peccatori e per questo puniti da Dio? Perché proprio a noi? Quanti interrogativi, quante notti passate rimuginando queste domande che facevano sempre più male. Cercando, con sincerità, risposte razionali o di fede che dessero consolazione a lei e Zaccaria, e abbozzassero una qualche spiegazione. E tutto questo pensare, giorno e notte, sul non poter essere come tante donne ebree felici dei loro figli "dono di Dio" (Sal 125) all'interno di una popolo e di una cultura che valutava molto positivamente la fecondità familiare. 
La sterilità per la donna ebrea infatti era un vero problema, una 'vergogna', che poteva avere aspetti psicologici ed esistenziali spesso dirompenti per la propria autostima. Creava inoltre difficoltà per l'accettazione da parte degli altri in generale ma particolarmente dai parenti o dalla gente del villaggio.

La storia di Elisabetta e della sua tanto attesa maternità (insieme alle storie consimili di Sara, Rebecca, Rachele ed Anna) trova cuore ed orecchi attenti anche oggi. Non sono poche le donne in angoscia e preoccupazione per una maternità che non arriva, per un bambino tanto desiderato quanto apparentemente impossibile. Anche per questo Elisabetta è diventata patrona delle donne sterili o con difficili maternità e delle partorienti.

La Parola di Dio illumina la vita e la interpella
Come la Parola di Dio è entrata nella mia vita?
Vivo alla presenza del Signore?
Mi sono sentito rinascere dalla buona notizia del Vangelo?
Mi sento risollevato dalla mia vergogna (Elisabetta per la sua sterilità, io per il mio peccato...)?

Rispondi a Dio con le sue stesse parole (Pregare)
Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia
per chi osserva il suo patto e i suoi precetti.
Il Signore si rivela a chi lo teme,
gli fa conoscere la sua alleanza. (Sal 24)