domenica 24 marzo 2019

GESU' ADOLESCENTE

Invocare
Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno. 
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Leggere (Lc 2,32-52)

39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
41 I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.42 Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; 43 ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.44 Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45 non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46 Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47 E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48 Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49 Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».50 Ma essi non compresero le sue parole.
51 Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Capire

Penso che per un momento possiamo mettere da parte questo brano, non per escluderlo ma per poterci entrare in una forma diversa.
Quando siamo davanti a una pagina evangelica o biblica, bisogna mettersi nei panni di scrive quella pagina cercando di capire il contesto storico del tempo e il messaggio. Ma non solo, occorre essere dei "esegeti" per chiedersi: questo testo riguarda anche me? la mia vita? e in che modo? Credo che sono punti basilari per potersi mettere in cammino e accostarsi alla Parola per eccellenza: Gesù.
Chi è Gesù? Una domanda che diverse volte è venuta fuori nei vangeli. Una volta Gesù lo ha detto direttamente a tutti noi (cfr. Mc 8,27-33).
Qui abbiamo un Gesù adolescente. Anche qui, secondo l'esempio dei nostri anziani diremo: di chi sei figlio? Pilato ebbe a dire a Gesù: "Di dove sei tu?" (Gv 19,9). Noi lo sappiamo già e sappiamo pure che in Lui abbiamo assunto quella figliolanza divina. Però questa figliolanza, rispecchia nella mia vita di battezzato? di consacrato?
Guardando il testo, osserviamo che fa parte della descrizione più ampia della nascita di Gesù (Lc 2,1-7) e della visita dei pastori (Lc 2,8-21). L’angelo aveva annunciato la nascita del Salvatore, dando un segnale per riconoscerlo: “Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia!”. Loro aspettavano il Salvatore di tutto un popolo e dovranno riconoscerlo in un bambino appena nato, povero, che giace accanto a due animali! Grande sorpresa! 
Il piano di Dio avviene in modo inaspettato, pieno di sorprese. Questo succede anche oggi. Un bambino povero sarà il Salvatore del popolo! Tu lo puoi credere?
Questa lectio si sofferma sull'adolescenza di Gesù. Forse potremmo cogliere qualcosa per i più grandi.

Meditare

Luca conclude il vangelo dell’infanzia con questo racconto, pieno di contrasti, che apre a tutto il cammino di Gesù verso Gerusalemme, verso la passione, morte e risurrezione e che è rivelazione della novità di Gesù, compimento delle promesse antiche, vera sapienza di Dio.
Siamo a Nazareth, luogo della rivelazione del Dio incarnato, qui Gesù impara la vita di tutti i giorni vivendo in mezzo al suo popolo.
L'evangelista ci dice che ogni anno "andavano a Gerusalemme". Sembra un cammino di prova che si ripete. Luca questo cammino ce lo presenta con un Gesù grandetto, adolescente. Egli è il "figlio del comandamento", aveva compiuto 13 anni (12 per le ragazze) e poteva celebrare il "bar mitzvah" in quanto adulto nella fede, un vero ascoltatore della Parola. Obbligato a seguire i comandamenti e ritenuto persona moralmente responsabile delle proprie azioni. Inoltre può guidare le liturgie e leggere la Torah.
Attenzione a questo andare a Gerusalemme pone in atteggiamento di cammino. La vita è un continuo peregrinare verso Dio per essere illuminati dal suo amore ed essere nella vita un riflesso della Sua bontà. 
Nella famiglia di Nararet vi era questa dimensione religiosa.
Però, come in tutte le famiglie, qualcosa di inaspettato sopraggiunge: l'adolescente Gesù, rimase a Gerusalemme. Questo verbo ci richiama a quel rimanere che si ripete più volte nei vangeli e in tutto il NT (e anche nell'AT) che non sempre viene accolto, come per i discepoli di Emmaus che tornano alle loro case, alla loro vita perché non hanno fatto l'incontro con Dio, con la sua risurrezione ma con se stessi.
Rimanere a Gerusalemme è un restare obbediente alla Parola. Chi non rimane a Gerusalemme fa ritorno a casa ma porta il suo cuore lontano lasciando l'essenziale.
È faticoso capire questo particolare (cfr. lo sposo del Cantico dei Cantici), passano tre giorni, l'arco di tempo dicono gli esperti, che va dalla morte alla risurrezione, tre giorni per vivere l'incontro. È un cercare senza trovare. Non trovare è una esperienza molto comune fra le persone che conosciamo, di parrocchia e soprattutto non! Soprattutto davanti ai drammi del mondo, non si trova Dio. Si dice: «Dio non c’è!».
Gesù Parola vivente però non è da cercare tra i parenti carnali (ai quali è nascosto il mistero del regno: Lc 10,21) ma tra i parenti spirituali (cfr. Lc 8,21).
Gesù insegna a tornare al punto di partenza che è anche il punto di arrivo: Gerusalemme. Ciò significa cambiare mentalità, cambiare cammino, convertirsi al cammino di Gesù, alla sua Pasqua.
Solo alla luce di tutto questo si incontrerà Gesù. Egli è nel tempio perché Lui è il nuovo Tempio: il Maestro risorto, seduto ad interrogare e rispondere sulla Parola di Dio dell’AT. 
La sua sapienza/intelligenza (cf. 39 e 52) stupisce tutti (come rimasero fuori di sè i discepoli all’annuncio delle donne: 24,22): è la sapienza dell’amore crocifisso, assurda per gli uomini… non è sapiente un ragazzo che si perde… ma qui Gesù sembra voglia dare una dimostrazione ai professoroni del tempo. Pare voglia dare loro una lezione di una sapienza anormale: doveva essere veramente eccezionale per essere ascoltato dai maestri al tempio. Quasi una ‘violenza’ nei loro confronti.
Stare senza Gesù, insegna la famiglia di Nazareth sono giorni di sofferenza, buio. Dalle parole della madre possiamo percepirlo: Figlio, perché ci hai fatto questo? 
Il mistero di Gesù irrompe nella vita umana, nella vita dei suoi famigliari. In Maria, umanissima, dice la meraviglia sua e di Giuseppe, la ricerca, l’angoscia di tutti e la spada del dolore diventa percettibile (cfr. Lc 2,35). Avvicinarsi a Gesù, anche da adolescente, è un avvicinarsi alla sua Passione.
Essere fuori dal "sinodo di quanti ascoltano la Parola" ci fa scontrare con la stessa Parola. Perchè mi cercavate? Non sapevate che nelle cose del Padre mio bisogna che io sia? 
Gesù fin dalla sua adolescenza cita sempre il Padre. Questo suo citare è uno svelare il mistero trinitario, quello stesso mistero che risponde a quella domanda: "Di dove sei tu?" (Gv 19,9).
C'è una necessità, quel "bisognaè un verbo importantissimo, sempre usato da Gesù in riferimento alla Pasqua (Lc 9,22;13,33;17,25;19,5;22,37;24,7.26.44): fa riferimento ad una necessità interiore che il Signore vive, a una urgenza infinita di amare, a una sapienza nuova e stringente, quella di servire fino a  dare la vita.
Il "bisogna" riprende quel riprendere il cammino, quel tornare a Gerusalemme per trovare Dio. Gesù stesso si fa strada fin dalla sua adolescenza (cfr. Gv 14,6). È Lui che ci porta a Dio, svelato come un Padre. Se non si passa per Gesù non si riesce a capire chi è Dio Padre, e che Dio Padre c’è nella nostra vita! La nostra conoscenza è ancora superficiale e approssimativa, ma siamo sulla strada giusta, che è Gesù. È quanto ci fa intendere la parte finale di questa pericope: "non compresero". Non comprendere non è un arrendersi a se stessi ma alla Parola, a Gesù. Giuseppe e Maria "si sono arresi" a Gesù adolescente per comprendere meglio la ricerca di Dio in un continuo ascolto di Lui.
Dalla sua adolescenza Gesù ci dice che la santità consiste nell'essere discepoli aperti e obbedienti e Maria, sua madre, è maestra nel custodire nel cuore gli avvenimenti del Figlio.
Gesù vive sottomesso. È l'umiltà del Figlio di Dio. I giovani di oggi fanno fatica a vivere la dimensione della sottomissione. Il compito dei genitori è quello di aiutarli a crescere anche alla luce della Parola di Dio, a riconoscere in ogni evento la possibilità di mettersi davanti alla presenza di Dio, trovando risposta giusta alle loro domande. Inoltre bisogna ricordare, che in quel crescere ci siamo ognuno di noi con la propria stagione di vita, perché ogni giorno chiamati, sull'esempio di Gesù a crescere in età, sapienza e grazia. «La Scrittura ci parla di due generi di età: l`età fisica che non è in nostro potere, ma dipende dalla legge della natura; e l`età spirituale che è veramente in nostro potere e nella quale, se lo vogliamo, possiamo crescere ogni giorno. Crescere e pervenire fino alla perfezione di essa: "Tanto da non essere piú dei piccoli fanciulli fluttuanti in balia di ogni vento di dottrina" (Ef 4,14); ma, cessando di essere fanciulli, cominciare a divenire uomini e poter dire: "Divenuto uomo, ho fatto scomparire le cose che appartenevano all`infanzia" (1Cor 13,11)» (Origene).
Gesù con l’età sviluppa il suo corpo e lo rende idoneo per la Croce. Con la sapienza alimenta il suo spirito e lo prepara alla missione di salvezza. Con la grazia rende viva e forte l’anima, in modo che essa possa governare sempre lo spirito nella volontà del suo Dio e Signore. Valori umani e di fede che ritroveremo in Gesù dall'inizio del suo ministero. Egli assimilò e interiorizzò in modo originale e profetico i valori che gli erano stati trasmessi, A sua volta poi li trasmise nel suo annuncio del Regno di Dio, in parole e opere, assumendo sempre uno stile ospitale e accogliente, e continuando sempre a stare in ascolto della Parola del Padre, in ascolto di tutti senza smettere di imparare dalla vita (Eb 5,8) e di coltivare passioni gioiose (Lc 12,49).


Ci fermiamo in silenzio per accogliere la Parola nella vita. Lasciamo che anche il Silenzio sia dono perché l’incontro con la Parola sia largamente ricompensato

La Parola illumina la vita e la interpella
▪ Quale rapporto con la Parola? Quello carnale o quello spirituale?
▪  Mi metto in cammino per cercare Dio?
▪  Gesù è in mezzo ai sapienti, agisce con umiltà e sapienza, è capace di ascoltare. Come mi pongo io dinanzi alle domande della vita?
▪  Sono capace di farmi compagno dei giovani, aiutandoli, difendendoli dalla società che li circonda?
▪  Stare sottomesso è vivere in umiltà. Vivo questa dimensione spirituale della mia vita? 
▪  Cresco anche io in età, sapienza e grazia per essere idoneo alla Croce?

Pregare Rispondi a Dio con le sue stesse parole
Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
Con giustizia hai promulgato i tuoi insegnamenti
e con grande fedeltà.
Uno zelo ardente mi consuma,
perché i miei avversari dimenticano le tue parole.
Limpida e pura è la tua promessa
e il tuo servo la ama.
Io sono piccolo e disprezzato:
non dimentico i tuoi precetti.
La tua giustizia è giustizia eterna
e la tua legge è verità.
Angoscia e affanno mi hanno colto:
i tuoi comandi sono la mia delizia.
Giustizia eterna sono i tuoi insegnamenti:
fammi comprendere e avrò la vita.
Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi decreti.
Io t’invoco: salvami
e osserverò i tuoi insegnamenti.
Precedo l’aurora e grido aiuto,
spero nelle tue parole.
I miei occhi precedono il mattino,
per meditare sulla tua promessa.
Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
Si avvicinano quelli che seguono il male:
sono lontani dalla tua legge.
Tu, Signore, sei vicino;
tutti i tuoi comandi sono verità.
Da tempo lo so: i tuoi insegnamenti
li hai stabiliti per sempre. (Sal 119 (118), 137-152).


Contemplare-agire  L’incontro con l’infinito di Dio è impegno concreto nella quotidianità…
Contempla il Mistero di Gesù che patisce, muore e risorge per noi, permettendo all'azione dello Spirito Santo di “ringiovanire” il cuore, uscendo dalle pesantezze delle preoccupazioni eccessive, dei propri progetti intoccabili, delle rivendicazioni, delle rivalse, dei rancori.



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