sabato 21 maggio 2011

LA DONNA PERFETTA

Invocare
Ti scongiuro, Padre, prendi compassione del mio affetto, manda Gesù a me, sì che egli non mi parli più per mezzo dei suoi servi, angeli e profeti, ma venga proprio lui e mi baci con i baci della sua bocca, cioè infonda nella mia bocca le parole dalla sua bocca ed io lo ascolti parlare e lo veda insegnare (Origene).

Leggere (Pr 31,10-31)
1, 10 Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. 11 In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. 12 Essa gli dá felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. 13 Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. 14 Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste. 15 Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua famiglia e dá ordini alle sue domestiche. 16 Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna. 17 Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia. 18 È soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di notte si spegne la sua lucerna. 19 Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita. 20 Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero. 21 Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste. 22 Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti. 23 Suo marito è stimato alle porte della città dove siede con gli anziani del paese. 24 Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture al mercante. 25 Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell’avvenire. 26 Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c’è dottrina di bontà. 27 Sorveglia l’andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia. 28 I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito a farne l’elogio: 29 “Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte! ”. 30 Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. 31 Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.


In questo capitolo del Libro dei Proverbi, con un poema alfabetico, viene tratteggiato il profilo di una donna laboriosa, di valore, forte, eccellente, perfetta. Qui gli aggettivi sono tanti, ma le doti di questa donna non hanno paragone (cfr. v. 29).
Qoèlet a riguardo scrive: «Un uomo su mille l’ho trovato: ma una donna fra tutte non l’ho trovata» (Qo 7,28).
Chiediamoci: Chi sarà mai, questa donna perfetta da trovare? Sembra sentire fin dal primo versetto, l’eco del profeta che risuona con questo invito: «Cercate il Signore mentre si fa trovare» (Is 55,6).
Il Libro dei Proverbi è un Testo didattico-sapienziale, perché il suo insegnamento si concentra specificamente sulla “sapienza”; la hokmah.
Davanti ad Essa, troviamo l’atteggiamento da assumere per questa lectio: mettersi in disparte, nel silenzio, per tirare fuori dalle tenebre del passato i gesti, le tenerezze di Dio compiuti nel passato stesso, perché «La fonte della sapienza è un torrente che straripa» (Pr 18,4). È la stessa Parola di Dio che “come l’albero della vita si offre a voi nel deserto, che offre a voi frutti benedetti da ogni parte. È come la pietra che era percossa nel deserto, che diventò una bevanda spirituale per tutti da ogni parte: Mangiarono il cibo dello Spirito e bevvero la bevanda dello Spirito” (Sant’Efrem; cfr. anche Ger 2,7).
La Parola è un cibo che ci viene donato nella misura in cui ascoltiamo (Cfr. Sal 81,9-17) e senza ascolto, non c’è Parola (Cfr. Am 8,11-13).
Allora dobbiamo identificare questa “donna” con la Sapienza, perché Ella stessa “Sale dal deserto colma di delizie?” (San Gregorio Magno; vedi Ct 8,5).
«La sapienza si prende cura di quanti la cercano» (Sir 4,11s; v. 27). Si rivolge a tutti i suoi ascoltatori esortandoli, rimproverandoli e rassicurandoli: «Chi ascolta me vivrà tranquillo e sicuro dal timore del male» (Pr 1,32; cfr. 8, 34).
In questa lectio non abbiamo un personaggio femminile o maschile, in quanto tutti siamo «Uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28) e questo perché la Sapienza è Cristo stesso «Potenza di Dio e sapienza di Dio» (1Cor 1,24). “Tutta la divina scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, perché tutta la scrittura parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento” (Ugo di san Vittore).
Fin dal primo versetto del brano, tutto ciò che è detto della donna perfetta è da riferire a Cristo Gesù. Egli, infatti è la perla di inestimabile valore per la quale vale la pena disfarsi di ogni cosa (Cfr. Mt 13,45-46) e chi la trova «non verrà a mancargli il profitto» (v. 11; cfr. Mt 13,44).
La Parola di Dio - Gesù – è la perfetta padrona di casa, che come una luce illumina la nostra casa a giorno, sì da renderci conto di ciò che più conta nella vita e di ciò per cui non vale la pena perdere fiato (Lc 10,42).
La Sapienza è un continuo “accendere la lampada” e “spazzare la casa” per ritrovare se stessi dove vi è l’immagine di Dio, quella stessa immagine posta fin dal principio (Cfr. Gen 1,26).
Questa luce vuole essere modello della nostra vita, diventare Parola nella vita di ogni giorno ed è la Parola stessa del Padre, l’esegeta del Figlio, che ci indica “la donna perfetta”: «E dalla nube venne una voce che diceva: questi è il mio Figlio, l’Eletto: ascoltatelo» (Lc 9,35). È la voce dell’Amore, è il sentire che Qualcuno ci ama, è un accendersi una luce nella nostra vita (Cfr. Sap 7,22-8,16). «Ciò avverrà, se ascolterete la voce del Signore» (Zac 6,15).
Della donna viene detto «In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Essa gli dá felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita» (vv. 11-12), così possiamo dire di Cristo Gesù nel quale noi, sua sposa, confidiamo: infatti, «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,25-27).
Nella descrizione di questa donna perfetta vediamo che ella non conosce l’ozio e Cristo dice: «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero» (Gv 5,17) e «Ciò che avete ascoltato in me, è quello che dovete fare» (Fil 4,9).
È il cammino vocazionale che trasforma il nostro cuore caldo di fiducia verso Gesù che ci fa stare «Dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate» (Ct 2,9)
La donna perfetta, sulle orme di Cristo Gesù è colei che trascorre tutta la sua vita a cercare l’amato.
La presenza dell’amato coincide con la primavera: è la risurrezione, è l’amore che fa fiorire la vita e il mondo (Cfr. Gv 5,24). È un continuo ritorno dall’esilio per comunicare la “Buona Notizia” appresa inizialmente dalle pagine della Scrittura (Cfr. Dt 4,29; 12,5).
L’esempio vocazionale che troviamo nei vari gesti del brano biblico è dinamica; è quello di una fede alla “contemporaneità”.
Cristo Gesù – la donna – testimonia il suo essere dal Padre e ci guarda con attenzione (v. 27). Ciò che viene richiesto, affinché la nostra fede sia autentica, è che il soggetto credente venga a contatto con una realtà umana, visibile, storicamente identificabile e che veicoli l’intero avvenimento della rivelazione, rendendolo presente con la propria vita.
Ognuno di noi è stato creato per incontrare Cristo Gesù, per seguirlo ed immedesimarsi con lui, essere a lui assimilato. Questo incontro, attraverso il dono dello Spirito, fornisce una missione assolutamente personale e irripetibile.
Ciascuno è chiamato a vivere la propria esistenza come un dono e secondo il dono che ha ricevuto. A ciascuno è data una missione particolare in cui esprimere e ritrovare se stesso in profonda unità con Cristo e con i contemporanei (1Cor 12,4-7).
In questa maniera la vita di tutti, nella docilità all’azione dello Spirito Santo, è chiamata anche a narrare qualcosa della vita intima di Dio che creando l’uomo in Cristo ed in vista di Lui (Col 1,16; Ef 1,10), ha voluto comunicare se stesso, la sua vita, il suo amore e la sua eterna gioia (Cfr. Gv 3,29).

Interrogarsi
1. Nel mio cammino vocazionale il cuore è riposto in Gesù?
2. Come “lavoro” la Parola di Dio per poterla trasmettere ai contemporanei?
3. Sorveglio l’ “andamento della casa”? Narro qualcosa della vita intima di Dio?
4. Sono convinta/o che la mia vita è un dono e che ogni vita è vocazione?

Pregare
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre” (Lc 1,47-55).

Agire
Anche tu, come la donna perfetta, ama quello a cui sei chiamata/o ad essere.